In mostra a Mola di Bari una selezione di opere del maestro umbro a confronto con quelle di alcuni artisti contemporanei che ne proseguono la rivoluzione artistica: Aldo Bandinelli, Ada Costa, Ono Emiliani, Iginio Iurilli e Alfredo Quaranta
Dal 19 dicembre al 28 gennaio 2011, il Castello Angioino di Mola di Bari ospita la mostra intitolata “Una squisita indifferenza. Dialoghi con Alberto Burri”, a cura di Roberto Lacarbonara e Luca Arnaudo, organizzata dall’Associazione Culturale Entropie con il patrocinio del Ministero della Gioventù, della Regione Puglia e del Comune di Mola di Bari.
L’esposizione presenta una selezione di opere di Alberto Burri, nato a Città di Castello nel 1915 e morto a Nizza nel1995, messe a confronto con i lavori recenti di artisti italiani contemporanei, che si sono ispirati al linguaggio del maestro umbro, continuandone e rielaborandone il lavoro polimaterico e formale.
Il titolo della mostra, Una squisita indifferenza è una citazione al saggio critico di Kirk Varnedoe (già curatore del Museum of Modern Art di New York), che nel descrivere i percorsi dell’arte moderna e contemporanea, richiamava l’attenzione su di una lapide commemorativa della cittadina inglese di Rugby, su cui è scritto «Questa pietra commemora l’impresa di William Webb Ellis che, con una squisita indifferenza per le regole del calcio dell’epoca, prese la palla tra le braccia e si mise a correre, dando così origine alla peculiare caratteristica del gioco del rugby. A.D. 1823».Attraverso il riferimento all’immagine sportiva, Varnedoe sottolineava l’aspetto innovativo e, in un certo senso, audace dell’arte, la cui evoluzione deve porsi al di là del pensiero tradizionale e convenzionale. E «correre il rischio», dunque, sfidare le regole della collettività per proporne di nuove, fino a creare nuovi canoni estetici. Sotto quest’ottica, il titolo della mostra rende omaggio all’arte di Alberto Burri, nella sua qualità intrinseca e volontà di riscrittura delle logiche espressive dell’arte, che l’artista attua utilizzando materiali inusuali rispetto alla tradizione, in primo luogo, ma anche dando vita a combinazioni formali assolutamente originali, con tecniche innovative.
Tra le opere in mostra si ammira un nucleo significativo di lavori di grafica, inerenti ai cicli delle Combustioni, dei Cretti, dei Bianchi e Neri e delle Acqueforti. Opere, queste, che sono state assimilate e reinterpretate, così come tutto il percorso creativo dell’artista umbro, in una sorta di «proseguimento della rivoluzione artistica», da Aldo Bandinelli, Ada Costa, Ono Emiliani, Iginio Iurilli, Alfredo Quaranta.
L’itinerario espositivo si sviluppa, difatti, a partire dalle installazioni di Alfredo Quaranta, intitolate I libri morti e quel che resta di Babele, fino alla pittura di Ono Emiliani e alle sue Stuoie. Del pittore Aldo Bandinelli, si ammirano nuovi lavori del ciclo Natura critica, che richiamano i Bianchi e neri di Burri. Iginio Iurilli presenta due nuove sculture del ciclo Grovigli accanto alla scultura-installazione Io e il tempo. Accostata all’Acquaforte F di Burri è, infine, l’opera di Ada Costa, intitolata Grande Muro, in un affascinante gioco di contrasti tra gravità e leggerezza.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Favia, presenta i testi dei curatori, dell’assessore regionale al Mediterraneo, Silvia Godelli, e dell’assessore alla Cultura di Mola di Bari.
da: Cultura Italia